La prima traversata Atlantica, partecipiamo alla A.R.C e…. abbiamo pure vinto !
Da anni seguivo la regata atlantica A.R.C. dal divano di casa, immaginando di prendere parte anch’io all’unico evento che riunisce equipaggi familiari e professionisti in un’unica regata il cui intento comune è quello di attraversare l’Oceano Atlantico. Nel 2013 decido di darmi un’ anno di tempo per preparare la barca e mettere insieme un’ equipaggio. Ad un equipaggio base, formato dal sottoscritto, la mia compagna e l’amico Gaetano, convocato per la sua esperienza, si aggiungono degli ospiti che aderiscono ad una mia offerta di partecipazione alla traversata. Il team che ne viene fuori risulta estremamente eterogeneo, cosa che non guasta, vista la lunga permanenza in mare. Pier studente di 26 anni, Alberto guida alpina di 62 anni, Christina casalinga cinquantenne neozelandese, Gaetano esperto prodiere di 44 anni, Federica 40 anni, la mia compagna architetto nella vita, ma per l’occasione prestata alla vela e me, skipper 47enne.
Non mi aspettavo certo di vincere, ma mi sono reso conto presto che avevamo a nostro favore tutte le condizioni per crederci !
Ecco cosa ci ha fatto vincere:
– Primo fra tutti la scelta tattica:
Dai miei studi sulle passate edizioni, risultava evidente che la strategia vincente era quella di effettuare una rotta a Nord, evitando il rischio di trovare poco vento scendendo verso Capo Verde. Consultando il meteo nei giorni immediatamente precedenti la partenza, la possibilità di rimanere a Nord e sfruttare il vento buono si faceva strada. Comunico allora al mio equipaggio le due possibilità: prendere a Nord, con venti sostenuti e onde più alte, soffrendo per qualche giorno ma guadagnando miglia oppure la rotta più comoda a Sud in attesa dell’Aliseo, come la maggior parte della flotta ha poi deciso di fare. La risposta unanime è stata di fare il possibile per fare risultato, erano tutti decisi e prontissimi! Dopo circa un’ora dalla partenza una telefonata a bordo mi comunica il dodicesimo posto in categoria, ma dopo più di 48 ore di bolina con 2 mani di terzaroli e trinchetta guadagnamo la quarta posizione e al sesto giorno guidiamo la flotta, posizione che non lasceremo più fino all’ arrivo.
Aver scelto una rotta a nord ha pagato molto abbiamo avuto sempre vento e poi quando abbiamo deciso di iniziare a scendere di latitudine lo abbiamo fatto con una rotta lossodromica, percorrendo meno miglia di molti nostri avversari più a sud di noi . C’è da dire che la situazione meteo e la capacità dell’ equipaggio di resistere al mare, ci ha permesso di seguire questa rotta. Se le condizioni fossero state troppo dure, ero pronto a puggiare verso sud a latitudini più miti.
– La barca si e’ rivelata sorprendentemente veloce, tanto da superare, barche piu’ performanti come ad esempio i 4 first 47.7 o piu’ grandi come l’oyster 57 . Siamo sempre stati veloci sia di bolina che di lasco, con vento forte e vento leggero. Anche la scelta dell’ armo velico si e’ rivelata vincente, abbiamo percorso tantissime miglia, con vento variabile sostenuto ( dai 20 fino a raggiungere i 30 nodi) a farfalla, con genoa tangonato e randa bloccata dalla super ritenuta Walder, soprannominata da noi santo walder, per aver salvato l’attrezzatura da 4 strambate involontarie con vento oltre i 20 nodi!
– L’equipaggio, di “sconosciuti “, con poche miglia di navigazione , si e’ rivelato vincente, nessuno ha sofferto il mare, tutti collaboravano alle mansioni di bordo, compreso cucinare di bolina o in planata su onde di 3 mt. La composizione dell’ equipaggio e’ stata davvero incerta fino al penultimo giorno, infatti abbiamo dovuto rinunciare all’ amico Adriano che per problemi di famiglia e dovuto rientrare in Italia. Ancora piu’ singolare e’ stato l’ arrivo 2 giorni prima della partenza di Christina. A Las Palmas nel posto accanto a noi era giunta una barca olandese da charter con a bordo diverse persone, Christina, neozelandese carattere espansivo, da subito scherza e fa amicizia con noi, ma a 2 giorni dalla partenza mi sorprende chiedendomi se c’era posto , chiedendomi sea bordo avevamo un posto per lei, era rimasta piacevolmente impressionata da noi e la nostra barca, mi disse vorrei fare la traversata in maniera veloce e competitiva e voi mi sembrate l’equipaggio giusto! Rimasi molto sorpreso, mi presi un giorno di tempo, ne parlai agli altri e visto che avevamo la disponibilta’a bordo, accettai e lei ne fu entusiasta. Subito sbarco’ dalla barca a fianco e si trasferi da noi con il suo voluminoso bagaglio, scopri’ dopo che era in viaggio da oltre 2 mesi e lo sarebbe stato per altri 2! La ragazza ci aveva visto lungo, grazie anche alla sua pregressa esperienza velica ! Sono rimasto incredibilmente sorpreso di quanto abbiamo mangiato, in 16 giorni abbiamo consumato solo 2 volte panini, e cucinato tantissimo e di tutto dalla pizza allo spezzatino, passando da paste con ogni genere di condimento. Anche il pesce fresco non e’ mancato abbiamo pescato 5 dorado di varie dimensioni, che sapientemente cucinati da Federica hanno tirato su il morale, qualora ce ne fosse stato bisogno, dell’ equipaggio.Tutti hanno rispettato i turni e timonato in situazioni difficili, per dirla tutta spesso ho faticato a levargli il timone dalle mani e il pilota automatico, detto “Guido”, ha lavorato pochissimo lo abbiamo inserito solamente gli ultimi giorni quando, scesi a sud, il vento e’ diventato debole. Ho optato per turni “comodi” visto che eravamo in 6, 3 ore di turno e 6 ore di riposo. Le notti con vento forte e mare grosso ho ritenuto per maggiore sicurezza ed evitare rotture di rafforzare il turno ed io e Gaetano ci siamo divisi un turno in piu’, recuperando di giorno il sonno perduto. La stanchezza e’ il peggiore nemico di una performance e poter contare su qualcun altro che ti possa sostituire mentre tu riposi e’ fondamentale !
– di grandissimo aiuto sono stati gli amici radioamatori e navigatori italiani che tramite radio ci hanno seguito, dandoci il meteo e la nostra posizione in classifica, infatti dopo solo 2 giorni siamo rimasti senza meteo per un guasto tecnico al modem. Tagliati fuori dalla ricezione degli importantissimi file grib con le informazioni meteo, non ci rimaneva che l’immancabile appuntamento radio delle 20.00 utc con i radiomatori Grande Laguna, Felice e Danilo e i navigatori Vincenzo e Omero che dalle loro barche in traversata ci hanno supportati sia tecnicamente che moralmente. Rimanere senza contatti con la terra ferma per giorni può essere piuttosto sgradevole!
Appena abbiamo dato notizie che il nostro timone aveva gioco e’ scattata subito la solidarieta’ che contraddistingue la gente di mare e ogni giorno ci chiamavano per avere notizie.
Nota divertente, spesso all’ appuntamento radio giungevamo con le batterie scariche, gi altri ci sentivano, ma noi no ed e’ diventata famosa tra gli amici navigatori la frase di Federica , la nostra addetta alle comunicazioni di bordo, qualcuno ci sente, c’e’ qualcuno in ascolto !
Siamo stati fortunati, nonostante l’inevitabile logorio della attrezzatura, abbiamo riportato solamente un danno alla boccola del timone che si e’ovalizzata per gli sforzi inusuali , creando un’po’ di gioco nel timone, emergenza che aveva destato preoccupazione, ma che dopo un ispezione e’ subito rientrata. La rottura del gennaker , ma Anche questo episodio e’ stato brillantemente superato, grazie alle indicazioni di Gaetano in un bella giornata di sole tutto l’equipaggio ha contribuito a turno a cucire la vela e prima del calare del sole lo avevamo nuovamente issato , poi qualche scotta e drizza usurata. Non bisogna sottovalutare quanto la barca e l’ attrezzatura sia sollecitata, soprattutto per il mare e in Atlantico c’e’ sempre onda. Il logorio della attrezzatura e’ continuo e tutto cio’ che non e’ protetto o fissato cede, anche lo scafo e’ messo a dura prova, sono rimasto impressionato dai rumori e dagli scricchioli prodotti scendendo dalle grandi onde atlantiche in planate a 9 , 10 o addirittura 11 nodi , rumori che avvertivo nel cuore della notte dalla mia cuccetta nella cabina di poppa, rumori che spesso mi tenevano sveglio cercando di capire se fosse tutto ok. Ma ho anche vissuto momenti indimenticabili, surfando a farfalla di notte in un oceano completamente illuminato dalla luna e dalla schiuma bianca di Hiera che impattava sull’ onda . In quei momenti ero piacevolmente sorpreso di come la barca fosse sempre equilibrata, regalandomi emozioni nuove che in mediterraneo non avevo ancora provato.
Preparare una barca da crociera per lunghe navigazioni e la traversata Atlantica richiede esperienza di navigazione con molte miglia alle spalle .
Naturalmente il discorso e’ un’po’ lungo, sto comunque mettendo a disposizione la mia esperienza sul blog http://ilviaggiodihiera.blogspot.it/ , che finiro’ di scrivere alla fine de mio viaggio.
In sintesi 3 consigli:
1) La sicurezza e’ fondamentale, non lesinate sulle dotazioni ! Immancabili zattera, giubotti gonfiabili con cintura, epirb, radio ssb o satellitare, materiale di rispetto e attrezzatura per riparazioni e far fronte eventuali falle. Soprattutto fatevi la domanda se conoscete il funzionamento delle dotazioni di sicurezza, io ho fatto il corso isaf sulla sicurezza in mare e consiglio a tutti di fare lo stesso, anche se navigate da piombino all’ isola d’ Elba. cosa me ne faccio della zattera se non so come si apre?
2) controllare tutto il rigging, predisporre attrezzatura per riparare le vele e il rigging. Le vele che ritengo indispensabili per una lunga navigazione sono oltre randa e genoa,la trinchetta, meglio se avvolgibile, tangone per genoa e possibilmente gennaker e/o spinnaker per venti leggeri e andature portanti. Sono felice di aver montato il Walder la ritenuta a frizione del boma e’ una grande sicurezza soprattutto in oceano con andature portanti, cosi’ come Indispensabile per le barche a linea d’asse l’elica orientabile o abbattibile, non solo per le prestazioni, ma per evitare danni e inutile usura all’ d’asse. Non indispensabile ma veramente gradito dall’ equipaggio e’ stato il dissalatore, in alternativa aumentate le capacita’ dei vostri serbatoi, io ho ho fatto entrambi le cose
3)Le noti dolenti le abbiamo avute Con l’elettronica e le riserve energetiche di bordo. Nello specifico abbiamo avuto problemi con l’antenna gps, risolti in modo creativo, dove non arriva la scienza usiamo la fantasia, problemi con le batterie, tra l’altro indispensabili per la trasmissione radio e quindi la ricezione meteo .
Questo episodio, mi ha fatto riflettere su quanto l’esperienza in barca non sia mai abbastanza! avevo cambiato tutto il pacco batterie di bordo prima della partenza, la mia esperienza in mediterraneo mi rassicurava sulla resa dei pannelli solari e in piu’ avevo previsto un piccolo idrogeneratore a elica, che immerso fuori bordo produceva circa 5 ampere .
Ma le condizioni in atlantico prevedono spesso nuvole e pioggia, condizioni che non permettono ai pannelli di produrre quanto voluto. L’ idrogeneratore invece funziona sempre, soprattutto a 8 e 9 nodi , la nostra velocita’ media i primi giorni. Ma dopo 5 giorni che lo usavamo ci siamo resi conto che ci toglieva 0,40 nodi l’ora, cioe’ circa 10 miglia al giorno, essendo primi non potevamo permettercelo e quindi decido di farne a meno. Conclusione, mi rassegno ad accendere il motore in folle 2 volte al giorno, ma a 1200 giri e con le batterie cosi’ a terra, nn riesco a caricare totalmente le batterie, abbiamo sofferto e siamo arrivati all’ arrivo a S.lucia con il cartografico che si e’ spento prima dell’ arrivo, sostituito per l’ occasione dal programma di navigazione del pc. Consiglio quindiprima di una traversata, di misurare quanto carica il vostro alternatore, nel mio caso non e’ sufficiente e presto lo sostituirò con un alternatore di potenza.
Ai giorni nostri con la tecnologia, un grande aiuto nella traversata per previsioni meteo e rotta puo’ arrivare da casa, tramite un amico che con l’ausilio di internet studia l’evoluzione del tempo per voi e ogni giorno ve lo inoltra tramite email. Noi eravamo seguiti dall’ amico Giuseppe, che neopapà non ha potuto partecipare di persona alla traversata, ma e’ stato impeccabile con i suoi aggiornamenti meteo, che con dedizione ignaro a continuato a dare nonostante il malfunzionamento del modem.]]>